Autori
B. Traven
Le vicende rocambolesche di B. Traven, l’inventore della scomparsa dello scrittore, si intersecano con quelle di Rosa Luxemburg e Frida Kahlo, Luis Buñuel e George Grosz, un intrigo in cui realtà e finzione, congetture e (pochissimi) fatti si confondono, lasciandoci con qualche indizio e nessun’altra scelta se non quella di rivolgerci alle grandi storie narrate dalla penna dello scrittore impostore. Libri tradotti ovunque e che hanno venduto milioni di copie come Il tesoro della Sierra Madre, La nave morta o La ribellione degli impiccati che da molto, troppo tempo nessuno ripubblica più.
L’enigmatico B. Traven ha anticipato tutta la casistica di scrittori fantasmi che va da Thomas Pynchon a Elena Ferrante, vivendo in un isolamento monastico al cui confronto la vita di Salinger sembrava quella di un habitué del jet set. Nessuno sa chi sia veramente la penna dietro ai racconti raccolti da Vittorio Giacopini in Coriandoli il giorno dei morti: un teatrante anarchico bavarese, una maschera impersonata da Jack London, il presidente del Messico Adolfo López Mateos, il redivivo Ambrose Bierce, oppure Arthur Cravan o magari addirittura il figlio illegittimo dell’imperatore tedesco Guglielmo II. A oggi l’identità di B. Traven è un rebus ancora impossibile da districare, una storia che ha a ascinato scrittori e studiosi e che si ripercuote in questi racconti dal folto della giungla messicana che riprendono le atmosfere del Tesoro della Sierra Madre, da cui venne anche tratto il film di John Huston. Gringos e indios, rivoluzionari e petrolieri, l’avanzare del capitalismo e la resistenza degli indigeni: i racconti di B. Traven, chiunque egli sia stato o sia, ancora oggi reclamano attenzione di per sé e a rescano un Messico dove le nuvole piombano all’orizzonte e i morti e i vivi si ritrovano per festeggiare nella giungla.
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